"Ipazia, un diavoletto, e molti libri" di Costanza Savini

SABATO 13 NOVEMBRE ore 18,00

COSTANZA SAVINI
presenta
"Ipazia, un diavoletto, e molti libri"
(Ianieri Edizioni)

conduce l'incontro il professor GIORGIO CELLI

letture a cura di Federica Rotelli, sarà presente Susanna De Paolis, autrice dell'illustrazione di copertina, di cui è in corso una mostra in libreria



Ipazia è una bambina che frequenta la V B ed è innamorata dei libri.
Il suo nome rimanda a Ipazia di Alessandria, la grande scienziata e filosofa, divenuta nel tempo un simbolo non solo della emancipazione della donna, ma di rivincita per tutte quelle donne e quelle bambine che tanto hanno dovuto faticare per trovare la propria strada nella vita ed integrarsi nel mondo.
L'Ipazia della nostra storia pensa che il proprio nome non sia frutto del caso, ma faccia della scienziata un nume a cui ispirarsi, anche e proprio per la fatica che fa a trovare il proprio posto nel mondo. Qui non c'è la biblioteca di Alessandria, ma l'armadio dei libri scolastici, da cui Ipazia attinge con avidità, assorbendone le storie e la saggezza. La bambina è accompagnata sempre nelle sue peripezie da una figura immaginaria, metà diavolo e metà angelo, suo spirito guida nelle letture e nelle avventure scolastiche.

Dopo molto tempo in cui i libri saranno per Ipazia davvero l'unica compagnia, l'amore per la lettura farà sì che l'amico immaginario venga sostituito da un amico vero, con cui condividere libri e avventure.
Un racconto che ci ricorda quanto da bambini si sappia ancora sognare, e amare i personaggi dei libri in maniera appassionata e totale. Una lettura che non potevamo non consigliare.

COSTANZA SAVINI è autrice di romanzi e di racconti collocati nell'ambito di un realismo magico che si muove tra un'infanzia ritrovata e una maturità visionaria consapevole del mistero e della bellezza che si nascondono nelle cose. La sua poetica è concepire la letteratura come un viaggio che va ai confini dell'inconoscibile.
Aperta, inoltre ai problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, soprattutto quando segnata da una difficile integrazione sociale, ha pensato da sempre di impiegare la letteratura, il teatro e le arti in genere come mezzo di comunicazione privilegiato in grado di superare le barriere psicologiche facendo ricorso ai poteri liberatori dell'immaginazione.















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