Letture per la festa della donna: ROBERTA MACCARELLI ed ELISA TINTI

I libri e le donne nei libri: ecco come celebrare la festa della donna. Una festa così importante da occupare due pomeriggi.
Due incontri (mercoledì 7 e giovedì 8 marzo) dai registri totalmente differenti, eppure entrambi pienamente rappresentativi dell'universo femminile. Un mondo variegato e multiforme, capace di gestire il dramma come le note più lievi, spesso con ironia, quasi sempre con coraggio. Ecco perchè, per descrivere questo mondo, servono sia le donne di Valentina Acava Mmaka sia quelle di Marilù Oliva e di Gianluca Morozzi, e molte altre ancora.


MERCOLEDI' 7 MARZO ore 18,00

Letture per la festa della donna:
ROBERTA MACCARELLI ed ELISA TINTI ci fanno entrare nel mondo di VALENTINA ACAVA MMAKA, autrice di  "Io...Donna...Immigrata- Volere Dire Scrivere"

Tre monologhi, tre donne e tre destini: Drasla, Alina, Farida.
Tre donne che fanno i conti con i loro vissuti di straniere e lottano per far sì che quel loro "essere straniere" non le renda anche estranee, aliene a se stesse e agli altri.
Drasla è il "volere", la sua attesa, la sua fatica a riconoscersi. La sua ribellione ai sogni indotti, alle stigmate della violenza, subita o partecipata, alla mercificazione dei corpi, alle claustrofobie maschili spacciate per apertura. La sua voglia di imparare a volere, per sottrarsi al volere degli altri e costruirsi un sogno tutto suo.
Alina è il "dire", la sua sottomissione vissuta come un gioco, recitata come una filastrocca. Anche lei sogna: sogna di partire per un viaggio a ritroso, verso casa. La partenza, il viaggio, il ritorno rappresentano la salvezza; perchè solo da lontano, da casa appunto, dove recuperare  la dignità  perduta, potrà  rivolgersi alla sua "padrona" di adesso da pari a pari, da "signora" a "signora".

La terza protagonista: Farida, scrive ed ingloba nella sua scrittura il "volere" e il "dire" di Drasla e di Alina; li rimescola e li rimodella nel "fare": fare la scrittura, nel farsi della vita e cuce quel fare al pensare" e al "sentire". Indossa la parola come un abito ed è proprio questa, la parola, che la vela, la protegge e al contempo fa l'esatto contrario e cioè la svela, la espone, le consente di esprimere il suo vissuto, presente passato futuro, il suo essere nel mondo e il suo sguardo sul mondo. La sua diversità  e la sua appartenenza.
In "Io...Donna...Immigrata..." l' "altrove" è lo spazio in cui si muovono Drasla, Alina e Farida,  lo spazio in cui devono ritrovare se stesse, trovare una nuova identità , perchè la loro migrazione fisica, da un luogo all'altro, le ha inevitabilmente cambiate. All'interno di loro stesse si sono aggiunte esperienze che richiedono di essere elaborate e confrontate. Se Drasla e Alina in questo "altrove" non trovano le loro coordinate, è perchè l'una è sprovvista di qualunque strumento e l'altra è in perenne stato di attesa. Farida, nell'"altrove", esprime la sua consapevolezza di donna e di straniera e lo fa attraverso la scrittura;  per lei non si pone solo la necessità  di costruire il sogno e di ritornare, ma soprattutto di affermarsi. Per Farida la scrittura è la nascita, le permette di far conoscere la sua identità,  di condividerla,  di metterla a confronto, di esporla superando paure e disagi derivanti  dalla sua cultura dominante, quella che ammette la clitoridectomia e l'infibulazione e relega la donna ad un piano subalterno.

Questa pièce teatrale segue la traccia temporale di un percorso che vede la donna di ieri, quella di oggi e quella di domani a confronto: sogni infranti, attesa del ritorno, speranza e affermazione.

Valentina Acava Mmaka è nata a Roma, ha sempre vissuto in Africa. E' giornalista, scrittrice, poeta e autrice di teatro. Il testo Io...Donna...Immigrata... è stato rappresentato in Sudafrica e in Kenya.
Mediatrice culturale, insieme al marito Bwanamwee Edli Mmka, ha profuso il suo impegno per far conoscere l'Africa in Occidente, raccontandola dall'interno e promuovendo iniziative e progetti interculturali rivolti alle scuole. Coordina laboratori di scrittura creativa. Vive tra l'Africa e l'Italia.

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