"Riunione di famiglia" di Gabriele Zani

MERCOLEDI' 21 MARZO ore 18:00

Grabrile Zani presenta
"Riunione di famiglia"

Mercoledì affrontiamo atmosfere completamente differenti, come spesso capita qui alla libreria Irnerio, per dare spazio alle mille voci possibili degli autori.

Gabriele Zani presenta la raccolta poetica "Riunione di famiglia", che comprende gran parte della sua produzione dal 1982 ai giorni nostri, e che è appena stata pubblicata da Irnerlinea.

Scrive Jean Pobaey in una sua nota contenuta nella raccolta: «“fisso le blatte sul muro bianco” (Le blatte): questo è stato il mio primo approccio, oltre vent’anni fa, alla scrittura del cesenate Gabriele Zani. Lo sguardo – la sua insistenza e acutezza – rappresenta una delle caratteristiche di questo poeta: “impara a guardare le mosche” è il primo verso ancora dei Rimanenti, la prima raccolta importante. Quest’ossessiva, quasi pesante insistenza dello sguardo si mescola alla leggerezza, alla velocità, al guizzo dell’espressione. Uno sguardo apparentemente distratto, gratuito, indifferente, che fissa invece le cose e il nostro guardarle, che ne fissa la qualità transeunte (di noi che guardiamo e delle cose guardate).

La vena del poeta è spesso all’insegna della crudeltà (una delle qualità della sua voce, che è anche spudoratamente ingenua e orgogliosa), crudeltà esercitata anzitutto nei confronti di se stesso. Ma quanta verità in queste note disilluse: “Specie ad inverosimili orari della notte / (quando ormai ci si credeva gli unici) sono di colpo / tra un pianerottolo e l’altro delle scale / due come noi, i loro sguardi / incrociantisi per un attimo coi nostri / che svelti poi tirano, come i loro, diritto. / La verità è in quegli attimi. Stordisce” (Incontri). Ma non si dimentichi l’altra ispirazione, direttamente legata alla situazione storica. Mi riferisco alla marginalità di chi vive in provincia, tra Cesena e Cesenatico, marginalità sofferta e rivelata fin dai titoli: Monolocale, I rimanenti, Muro più muro meno, Stanze di motel. Il presente volume sfocia nell’ultima raccolta che dà il titolo al libro tutto: Riunione di famiglia (2012). Dà il titolo e il senso a trent’anni di poesia. L’esigenza prima di Gabriele sembra ora di raggiungere il lettore e di scrivere conseguentemente nel modo più comprensibile se non trasparente, la sua voce si è fatta matura e il dialogo coi morti (da poco è scomparso suo padre, ma già nei primi anni novanta Fulvio Panzeri parlava per I rimanenti della «coscienza di una perdita») si è fatto impellente. Ora tocca a Gabriele fissare lo sguardo dentro alle cose della memoria e con questa memoria guardare al presente. Noi intanto, fiduciosi, aspettiamo altri suoi versi per il nostro futuro»

L'AUTORE

Gabriele Zani è nato nel 1959 a Cesena, dove risiede e lavora. Ha esordito in versi nel 1984 con la plaquette Monolocale (presentazione di Renato Turci, Maggioli, Rimini). Le varie pubblicazioni successive, che hanno scandito per anni un’attività costante e appartata, sono confluite nel volume I rimanenti (con una nota di Giovanni Raboni, peQuod, Ancona 2001), cui ha fatto seguito, per le stesse edizioni, Finestre di via Paradiso (presentazione di Giampiero Neri, 2008). È del 2010 la plaquette Nove prose + quindici (nota di Giampiero Neri, Colpo d’occhio, Rimini). Del 2006 e del 2011 sono invece le raccolte di scritti critici e interviste Sereni e dintorni (Joker, Novi Ligure), e Sereni e altri dintorni (Bohumil, Bologna).

"Nomignoli"

Si tiravano a sorte si appioppavano
ti si sputavano addosso
facevano presa come il vinavil.
Lele non mi piaceva, era per bambine.
A pallone ero Ayala, la guizzante
ala argentina. Poi
per qualche anno fui Flap;
ridevo come per cantare
imitavo il condor; gracile
facevo flap flap e per davvero volavo,
spiccavo il volo dal monte Carpegna.

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