"Cefalonia 1943. Lettere dal massacro" ENRICO SOLITO

SABATO 28 MARZO ore 17,00

ENRICO SOLITO presenta
"Cefalonia 1943. Lettere dal massacro"
(Hobby & Work).

Conversano con l'autore
ALESSANDRA CALANCHI e
ALESSANDRO CASTELLARI

"E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria...Questo mostro stava una volta per governare il mondo.I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque e' ancora fecondo..." (Bertolt Brecht)

Enrico Solito, pediatra e neuropsichiatra, e' noto al pubblico dei lettori del giallo Italiano. E' pero' anche nipote del piu' giovane ufficiale di stanza nel 1943 a Cefalonia, teatro di uno dei crimini piu' orrendi della Seconda guerra mondiale.
Dopo avere pubblicato numerosi romanzi gialli dunque, Solito ha deciso di esordire nella divulgazione storica, con il racconto dei tragici fatti della Divisione Acqui attraverso un punto di vista del tutto inedito: quello delle famiglie dei caduti, alla disperata ricerca della verita' contro una miriade di silenzi compiacenti e menzogne di comodo da parte di chi avrebbe dovuto garantire la tutela di chi andava in guerra per conto di tutti gli italiani, lo Stato.

Il Sottotenente Enrico Solito era a Cefalonia nel 1943. E come quasi tutti gli uomini del generale Gandin, anch'egli fu barbaramente trucidato dalle truppe tedesche. Intanto, in Italia, i suoi familiari si affannavano a conoscere la sorte del loro congiunto, inoltrando decine di lettere alle autorita', ma ricevendo solo risposte evasive o lacunose.

Testimonianza civile e umana di una pagina nera della storia italiana, queste lettere sono state raccolte dal secondo Enrico Solito e riordinate in forma narrativa, quasi fossero i capitoli di un romanzo. Una storia vera, dunque, narrata dalla voce dei protagonisti attraverso le lettere gelosamente conservate per mezzo secolo. Una famiglia divisa nell'Italia del 1943, un padre ed un fratello che cercano di capire cosa sia davvero successo a Cefalonia, il lento emergere della allucinante verita'... e un commovente epilogo finale, sessant'anni dopo gli eventi, come ci raccontera' il nipote.
Un libro che sollecita il perdono, ma sempre attraverso la consapevolezza della conoscenza storica.

"Questo e' un viaggio di gente semplice nell'abisso della violenza, della guerra, dell'orrore. E ha anche un lieto fine, se per lieto fine si intende una memoria che si stempera nella dolcezza.E' una storia piena di dolore.Io credo che il dolore sia importante. Perche' suscita indignazione, rabbia, rivolta e voglia di riscossa: perche' fa chiedere di non dimenticare.E mai come oggi di tutto questo ce n'e' un gran bisogno."

In libreria, un'occasione per ricordare e capire i fatti di una Storia di cui siamo indubbiamente figli.

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