LUNEDI' 16 FEBBRAIO ore 20,00
presentazione di
"PODEMOS. La sinistra spagnola oltre la sinistra"
di Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena
(Edizioni Alegre)
intervengono:
MATTEO PUCCIARELLI - coautore del libro
SANDRO MEZZADRA - docente di Filosofia Politica presso l'Università di Bologna
LORENZO ZAMPONI - ACT, agire, costruire, trasformare
modera MARCO TROTTA
All'inizio dell'incontro verrà proiettato un breve contributo video di PABLO IGLESIAS, leader di Podemos.
È stata la sorpresa delle ultime elezioni europee in Spagna e i sondaggi
la proiettano oltre il 25%, prima forza politica del paese.
Una esplosione che ha visto i suoi iscritti online arrivare in pochi mesi quasi a 300 mila.
In Italia sono definiti "i grillini spagnoli". Se le somiglianze sono
innegabili, le differenze però sono di più. Podemos nasce dalla rivolta
contro la "casta", ma soprattutto dall'onda lunga del movimento degli
indignados. Il suo gruppo dirigente proviene per formazione e cultura
dal variegato mondo della sinistra radicale, e in Europa ha deciso di
stare con il gruppo di Alexis Tsipras, di cui condividono il programma
anti-austerity.
Ma preferiscono presentarsi come "né di destra né di sinistra",
privilegiando la metafora del "basso contro l'alto", del 99% contro
l'1%. Nei circoli di Podemos non si trovano i poster di Che Guevara o
del subcomandante Marcos ma solo manifesti viola, il colore della
ribellione, con sopra un cerchio bianco a raffigurare il potere
decisionale diffuso.
«Di "unire la sinistra" non me ne importa nulla», ripete spesso il
leader del movimento Pablo Iglesias, «noi siamo per l'unità popolare».
Di fronte alla sconfitta storica della sinistra, preferiscono ripartire
da zero. In un intreccio ideologico che tiene insieme Antonio Gramsci e
il teorico populista Ernesto Laclau, le forme più classiche e
assembleari dei movimenti con la centralità della rete, l'idea della
democrazia diretta con un leaderismo molto forte. Iglesias, "el coleta",
è un personaggio politico anomalo, con aspetti affascinanti e
contraddizioni evidenti, e fa paura all'establishment finanziario. Un
fenomeno che non mancherà di esercitare un forte impatto sul dibattito
della sinistra ma anche sui destini dell'Unione europea.
«La politica è desiderio. Fare politica nel XXI secolo è capire le
condizioni di sfruttamento dell'operaio cinese, la negazione del diritto
allo studio della studentessa spagnola, i problemi di salubrità nelle
favelas di Rio di Janeiro, la precarietà del ricercatore italiano o la
rabbia del gay russo. La politica è desiderare di essere la parte che
crea un altro mondo».
Matteo Pucciarelli, giornalista di Repubblica e collaboratore di
Micromega, è autore dei libri "Gli ultimi mohicani. Una storia di
Democrazia proletaria" (Alegre 2011), "L'armata di Grillo. Radiografia
del movimento Cinque stelle" (Alegre 2012) e insieme a Giacomo Russo
Spena di "Tsipras chi? Il leader greco che vuole rifare l¹Europa"
(Alegre 2014).
No comments:
Post a Comment