SABATO 22 OTTOBRE
ALLE 11,00 LABORATORIO E PRESENTAZIONE DEL LIBRO PER RAGAZZI "IL GHIORO E IL FRESCACCINO" DI LUCIO MAZZI E DINO BUFFAGNI
(Cicogna editore) (età di riferimento: 8-12 anni)
ALLE 18,00 ROBERTO CARBONI PRESENTA IL ROMANZO GIALLO
"NERO BOLOGNESE" (Dalila Sottani Editrice)
Due appuntamenti per animare il nostro sabato e quello dei lettori della libreria Irnerio.
Il primo, dedicato ai ragazzi, è un laboratorio costruito intorno ad un recente, curioso libro che vogliamo portare all'attenzione dei nostri lettori più giovani, "Il ghioro e il frescaccino".
Questo è un libro di quelli che, come si dice, “si possono leggere a diversi livelli”.
La storia: Jeep e Fede sono due ragazzini di 9-10 anni che, facendo chiasso lungo le scale di un megacondominio di città, incontrano il vecchio professor Spinetti (“Spino”, quando lui non sente), un bonario insegnante di lettere in pensione che trova il modo e il “linguaggio” per parlare con loro. Questo modo, questo “linguaggio” è la poesia. Prima filastrocche che raccontano di buffi e improbabili animali – il ghioro, il frescaccino, il sardiglio, l’agrivilla, il faffone... – poi poesie sempre più emozionanti. Fino a quando, su versi e rime, i due ragazzini si incammineranno su una strada che è la strada della vita.
Dunque un racconto (in prosa) con tante poesie e filastrocche. Tante parole ma anche tanti disegni. Tutto molto semplice, tuttavia, il significato intrinseco veicolato dal libro non è banale. Ci si può fermare a considerare i buffi animali, ma si può anche leggere come il percorso che ognuno di noi fa alla scoperta di qualcosa che finirà per appassionarlo: dalla diffidenza, alla curiosità, all’interesse, all’amore. Infine può essere visto come una metafora del percorso di formazione. All’inizio abbiamo due ragazzini chiassoni lungo le scale di un condominio, alla fine due giovani che sono stati forniti da un buon maestro di strumenti (culturali, in questo caso) con i quali sono in grado di iniziare un proprio percorso autonomo.
Altro spunto di riflessione è l’efficace interazione tra i bambini e il vecchio professore. Tanto si parla di difficile comunicabilità intergenerazionale, finendo – consciamente o no – per darla quasi per scontata. In realtà uno sforzo dovrebbe essere fatto, soprattutto dai soggetti più “maturi”, per trovare un linguaggio comune, un comune terreno di confronto. È quello che riesce a fare il vecchio Spino “agganciando” l’attenzione dei suoi piccoli amici con filastrocche buffe e poi conducendoli lungo un percorso che si fa via via più pregnante e più “formativo”.
Sabato i ragazzi conosceranno dunque il ghioro, il frescaccino e gli altri personaggi del libro, in un laboratorio divertente con gli autori.
Nel pomeriggio, un registro completamente diverso.
ALLE 18,00 ROBERTO CARBONI ci presenta la sua ultima fatica, "Nero Bolognese".
(Cicogna editore) (età di riferimento: 8-12 anni)
ALLE 18,00 ROBERTO CARBONI PRESENTA IL ROMANZO GIALLO
"NERO BOLOGNESE" (Dalila Sottani Editrice)
Due appuntamenti per animare il nostro sabato e quello dei lettori della libreria Irnerio.
Il primo, dedicato ai ragazzi, è un laboratorio costruito intorno ad un recente, curioso libro che vogliamo portare all'attenzione dei nostri lettori più giovani, "Il ghioro e il frescaccino".
Questo è un libro di quelli che, come si dice, “si possono leggere a diversi livelli”.
La storia: Jeep e Fede sono due ragazzini di 9-10 anni che, facendo chiasso lungo le scale di un megacondominio di città, incontrano il vecchio professor Spinetti (“Spino”, quando lui non sente), un bonario insegnante di lettere in pensione che trova il modo e il “linguaggio” per parlare con loro. Questo modo, questo “linguaggio” è la poesia. Prima filastrocche che raccontano di buffi e improbabili animali – il ghioro, il frescaccino, il sardiglio, l’agrivilla, il faffone... – poi poesie sempre più emozionanti. Fino a quando, su versi e rime, i due ragazzini si incammineranno su una strada che è la strada della vita.
Dunque un racconto (in prosa) con tante poesie e filastrocche. Tante parole ma anche tanti disegni. Tutto molto semplice, tuttavia, il significato intrinseco veicolato dal libro non è banale. Ci si può fermare a considerare i buffi animali, ma si può anche leggere come il percorso che ognuno di noi fa alla scoperta di qualcosa che finirà per appassionarlo: dalla diffidenza, alla curiosità, all’interesse, all’amore. Infine può essere visto come una metafora del percorso di formazione. All’inizio abbiamo due ragazzini chiassoni lungo le scale di un condominio, alla fine due giovani che sono stati forniti da un buon maestro di strumenti (culturali, in questo caso) con i quali sono in grado di iniziare un proprio percorso autonomo.
Altro spunto di riflessione è l’efficace interazione tra i bambini e il vecchio professore. Tanto si parla di difficile comunicabilità intergenerazionale, finendo – consciamente o no – per darla quasi per scontata. In realtà uno sforzo dovrebbe essere fatto, soprattutto dai soggetti più “maturi”, per trovare un linguaggio comune, un comune terreno di confronto. È quello che riesce a fare il vecchio Spino “agganciando” l’attenzione dei suoi piccoli amici con filastrocche buffe e poi conducendoli lungo un percorso che si fa via via più pregnante e più “formativo”.
Sabato i ragazzi conosceranno dunque il ghioro, il frescaccino e gli altri personaggi del libro, in un laboratorio divertente con gli autori.
Nel pomeriggio, un registro completamente diverso.
ALLE 18,00 ROBERTO CARBONI ci presenta la sua ultima fatica, "Nero Bolognese".
Dopo "C'era l'inferno in via dei Giudei" e "Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove", un nuovo ritratto di Bologna vista dallo sguardo nero di Roberto Carboni, che ci conduce in una città verosimile che ci inquieta perchè, come accade nel prologo "in quella notte bolognese l'ubriaco dormiva e, a parte i muri scrostati, le locandine strappate, il caldo e le poche stelle rimaste in città, nessuno si accorse di nulla".
Le presentazioni di Roberto sono sempre interessanti ed animate.
Questa volta sarà la compagnia teatrale "I Megli" a dare voce alle pagine di "Nero Bolognese"
"Viola uscì in Strada Maggiore, deserta a perdita d'occhio. L'asfalto era ancora bollente e l'aria un brodo saturo di miasmi. Il cielo nuvoloso si accendeva senza sosta, colorando di giallo gli ultimi piani dei palazzi. Corse ancora, disperata, tra insegne spente e strade deserte. Si precipitò tra vicoletti bui e pietrosi, dove occhi di gatti randagi vagavano inquieti come fuochi fatui. Schivò gli ubriachi, i barboni mezzi nudi e le loro proposte oscene. Corse che i polmoni le facevano male nel petto, fino a quando vide la luce, in lontananza. Verde e bianca: Empi Sushi Bar. Alcuni ragazzi, sulla porta, fumavano e bevevano birra.
La guardarono incuriositi. Solo allora, con la bocca spalancata e gli occhi venati, si voltò.
Nessuno. La strada alle sue spalle era completamente deserta.
Entrò nel locale".
No comments:
Post a Comment