MERCOLEDI' 10 GIUGNO ore 18,00
PAOLA BERGONZONI
presenta
"LA SPALLATA FINALE Giovanni Paolo II e la guerra fredda".
(La Zisa editore)
interviene MARCO GUIDI (storico, giornalista, inviato di guerra)
modera VALERIO BARONCINI (capocronista de Il Resto del Carlino)
Mercoledì alle 18 un saggio che analizza alcune circostanze che
portarono alla fine della guerra fredda. La storia, secondo Marc Bloch, è
sempre "storia di uomini". È facendo tesoro di questo pensiero che
Paola Bergonzoni, giornalista, sociologa e criminologa, ha ricostruito
in questo libro una parte centrale della vita di papa Giovanni Paolo II,
ma soprattutto dell'uomo Karol Wojtyla: il suo ruolo nella fine della
Guerra fredda e nel crollo del regime sovietico.
Di Karol Wojtyla, proclamato santo da papa Francesco il 27 aprile 2014, è
stato detto e scritto tanto. Ma in "La spallata finale", l'autrice,
utilizzando il taglio tipico del giornalismo investigativo e lo stile
della cronista, punta i riflettori su un aspetto particolare della vita
del papa polacco: la sua azione "politica", quell'azione che gli ha
conferito un ruolo da protagonista all'interno dello scontro tra Est e
Ovest, una "partita a scacchi" fra Usa e Urss lunga più di quarant'anni e
finita con il crollo del muro di Berlino.
Papa Wojtyla è stato l'uomo che ha dato la "spallata finale" all'Urss,
la spallata che ha fatto crollare il già traballante impero sovietico.
Paola Bergonzoni, dopo aver esplorato il momento storico e l'uomo,
evidenzia ogni mossa giocata da Wojtyla attraverso una ricerca inedita:
"investiga" nelle pieghe dei reportage di grandi quotidiani italiani sui
viaggi europei del papa dal 1979 al 1989, l'anno del crollo del muro.
Dalle inchieste dell'epoca, che registravano "a caldo" non solo che cosa
facesse e dicesse il papa polacco, ma anche le risposte che arrivavano
dalla folla e dalle istituzioni, emerge chiaro quale fosse l¹obiettivo
di Wojtyla: affondare i leader di oltre cortina, scardinare l'ordine di
Yalta e arrivare a un'Europa unitaria e compatta "dall'Atlantico agli
Urali".
In questo percorso l'autrice, inserendosi in un filone storiografico
illuminato da importanti studi - tra gli altri di Melloni, Morozzo della
Rocca, Riccardi - apre archivi, memorie e ricordi, mostrando come la
dimensione politica del papa non debba mai essere disgiunta da quella
culturale e religiosa. E mostra anche come Giovanni Paolo II fosse
certamente uno statista ma, nel contempo, anche e sempre un uomo di
Chiesa, quindi mai definibile con toni semplicistici, o attraverso
etichette di progressista o conservatore: una tentazione a cui stampa e
storiografia non hanno quasi mai saputo resistere.
Paola Bergonzoni, giornalista professionista, dal 1987 al 1999 e dal
2004 al 2010 ha lavorato a «il Resto del Carlino» dove si è occupata di
cronaca politica e di cronaca nera, seguendo anche fatti di rilevanza
nazionale come i delitti della Uno bianca. Si è laureata in Sociologia e
Scienze criminologiche all'Università di Bologna, con una tesi in
Storia contemporanea sul ruolo di Giovanni Paolo II nella fine della
Guerra fredda. Dalla tesi, rivista nella scrittura e ampliata nelle
fonti, è nato questo libro.
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