"L'ALMANACCO DEI CINNI" di Claudio Bolognini

MERCOLEDI' 2 DICEMBRE ore 18,00

"L'ALMANACCO DEI CINNI"
di Claudio Bolognini

interverranno
Antonio
Faeti e Fausto Carpani
(Minerva Edizioni)

Il volume e' impreziosito dalle traduzioni in dialetto bolognese di FAUSTO CARPANI e LUIGI LEPRI e dalle immagini di WALTER BREVEGLIERI.

Ecco un libro che ci riporta ad un tempo che sembra ormai fiabesco, quello della Bologna degli anni Cinquanta e Sessanta.
"L'almanacco dei cinni" e' una sorta di abbecedario illustrato, che, dalla A alla Z rievoca svaghi e modi di dire e di vivere di allora: cerbottane e zoppa galletto, coperchini e favole.
E per dare maggiore sapore al racconto, la versione in dialetto bolognese di due indiscussi maestri, Fausto Carpani e Luigi Lepri.

Mercoledi' prossimo alla libreria Irnerio una deliziosa "Madeleine" di Claudio Bolognini , un atto d'amore non banale per Bologna.

Per descriverlo, niente di meglio della prefazione che Antonio Faeti fa all'opera:

UNA STORIA SEGRETA - DI ANTONIO FAETI

Non tutti possiamo avere avuto una nonna che ci preparava preziose tisane, una mamma che ci parlava di madame de Lafayette, una straordinaria domestica perfino capace di scrivere un bel libro su di noi e di procurarci squisiti biscottini alsaziani adatti a far fiorire i ricordi perfino nella testa
dello smemorato di Collegno, non tutti, dunque, siamo simili al signor Proust, quello dei sette volumi pieni di memorie. Però, come Marcel poteva contare su due "parti", ovvero due universi, due tipi di esistenze, anche
io, nel mio piccolo, ho avuto due mondi, e li ho ancora perché, se ne ho voglia, io posso andare dalla parte di via San Felice oppure dalla parte di via Orfeo, ovvero ripercorrere la strada in cui sono nato oppure quella in cui ho trascorso l¹infanzia e l'adolescenza. Però d'ora in avanti, quando sarò indeciso tra la parte di Swann o quella di Guermantes, io avrò comunque sempre con me il libro di Bolognini.

E' un libro così delizioso, così sognante, così colto e gentile da rammentare non solo quanti hanno elogiato la memoria, come Marcel, ma anche quanti hanno ricordato le virtù della leggerezza, come Calvino.
E, nel dire che è piacevole come ben pochi testi di oggi, nell'affermare che, leggendolo, si è presi da un incantesimo ben difficile da decifrare, non si deve però sottovalutare l'importanza oggettiva che il libro davvero possiede perché è un testo indispensabile a chi intenda davvero occuparsi di storia dell'infanzia. E allora si lascia Proust per accostarsi a Bertold Brecht, al poeta che, in una sua memorabile poesia si chiedeva non i nomi dei re e dei generali, ma quelli dei cuochi e dei muratori.

Anche oggi, dopo tanti libri belli e preziosi, la storia dell'infanzia è purtroppo ancora affidata al succedersi di mode, di tendenze, di velleità, di capricci. E' sempre giusto usare, come benissimo fa Bolognini, un raffinato "metodo indiziario" che procede con cautela, con acuto senso della misura.
Brandelli di gomma, onnipresenti reperti di fil di ferro, annunci rari di una plastica di là da venire, stoffe, sensazioni, microstoria dell'igiene, paure, fantasie, condizionamenti, vocazioni: tutto rivive nelle pagine del paziente ricercatore che, restando poeta, ha voluto però darsi anche un metodo.

Si tratta, qui, sempre di cogliere un vero pretesto dilatandone sempre la
presenza dell'immaginario. Così una piccola ferita spinge a rammentare come
ci si potesse lavare saltuariamente, la descrizione dei presupposti di una
confessione fa riflettere su una sessualità che è già post-freudiana anche
se rammenta il concilio di Trento.
Non solo per la stupenda sonorità del nostro dialetto, fatto poeticamente
rivivere da due studiosi artisti, non solo per il reperimento di tracce e di
allusioni, ma per una specie di sottaciuta storia segreta che si disvela a
chi possiede le chiavi di decifrazione, è poi Bologna, la protagonista
autentica di questi deliziosi frammenti. Lei, con il suo mistero di luci e
ombre, di piazzette, chiese, portici, mura, negozi, osterie, ha abbracciato,
motivato, accolto queste grida festose, queste astuzie bambine, queste
ribalderie intrise di Rito e volte a guardare il Mito.

Un libro, quindi, su Bologna, ma non come quelli da falsa coscienza di chi
non sa e fa finta di sapere. Un libro degno del poeta Domenico Gnoli che
interroga i sepolcri dei bambini nel Foro Romano, e chiede cosa sanno di
Cesari e Imperatori, ma i morti rispondono: noi amavamo solo i nostri
giochi. (A. Faeti)

Con una presentazione cosi', non possiamo che attendere, ammirati e curiosi, mercoledi' pomeriggio.

Vi aspettiamo!
Cinzia, Manuela, Raffaella, Rita.















Le altre immagini di questo incontro
si possono visionare a questo link (clicca)


2 comments:

Anonymous said...

ANCHE LE BELLE CANZONI...

Anonymous said...

Un libro bellissimo, ne ho lette molte parti a mia figlia undicenne (rigorosamente in dialetto) che si è molto divertita. Un libro da leggere senza nostalgia, ma guardando avanti