GIANCARLO SISSA presenta "CHE DICE LA PIOGGERELLINA DI MARZO. Le poesie nei libri di scuola degli anni Cinquanta".

Venerdì 10 giugno alle 18,00

GIANCARLO SISSA
presenta
"CHE DICE LA PIOGGERELLINA DI MARZO. Le poesie nei libri di scuola degli anni Cinquanta".
(editore Manni)

interviene ALBERTO BERTONI
(Università di Bologna)

L¹albero cui tendevi la pargoletta mano; Ei della gondola, qual novità; Il morbo infuria, il pan ci manca; Eran trecento eran giovani e forti; O Valentino vestito di nuovo; Partì in guerra e mise l'elmo; La donzelletta vien dalla campagna...

Intere generazioni formatesi negli anni Cinquanta conoscono ancora a memoria i versi imparati a scuola, che siano opere di autori celebri o filastrocche dei ³poeti dei banchi², i quali scrivevano appositamente e unicamente per i testi scolastici: Pezzani, Angiolo Silvio Novaro, Ada Negri, Zietta Liù, Lina Schwarz, ma anche Diego Valeri, Moretti, Pascoli, Leopardi, Carducci e perfino D¹Annunzio, accanto ai ³patrioti² Bosi, Mercantini, Fusinato, Giusti.
In questa antologia sono raccolte le poesie più diffuse sui libri delle scuole elementari e medie di quegli anni, che dimostrano la continuità culturale e pedagogica della Repubblica con il ventennio fascista.
L¹esaltazione dei valori quali religione, patria, famiglia, conformismo, etica del lavoro, propria del fascismo, prosegue infatti nel dopoguerra, e il libro di testo si conferma uno strumento di costruzione del consenso come era avvenuto nel passato.
Il volume ha una struttura per sezioni che riprende quella dei sussidiari dell¹epoca, con i temi: Famiglia, Scuola, Affetti, Religione, Patria, Lavoro, Povertà e rassegnazione, Storia, Natura e Giocose.

ZIETTA LIÙ
Il bimbo va a scuola


Un bacio a mamma, uno a nonnetta,
il bimbo allegro a scuola va,
trotterellando in fretta, in fretta;
quante cosine imparerà!
Il primo giorno i col puntino,
un altro giorno o col pancione,
un altro impara a col piedino,
l¹u viene appresso, nonno buffone!
Con l¹occhialetto l¹e birichina
il bimbo bravo conoscerà;
poi farà il nome della mammina
e a far di conto imparerà...
Corri, omettino, il tempo vola,
mamma ti guarda dalla finestra;
pensa a una cosa che la consola:
ch¹è un¹altra mamma la tua maestra.

Fatta salva l¹ipotesi che quella letteratura non abbia guastato gli animi di un¹intera generazione e non abbia fatto sopravvivere il consenso a una cultura retorica, guerresca e autoritaria, c¹è da chiedersi cosa abbia trasmesso, che valori, che dubbi, che pensieri emergessero da quelle letture.
Piero Dorfles

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