Sabato 14 gennaio alle 17,00
presentazione della raccolta poetica di
ASHRAF FAYAD
"LE ISTRUZIONI SONO ALL'INTERNO"
(edizioni TERRA D'ULIVI)
MARINA MAZZOLANI dialogherà con i traduttori del libro: GASSID MOHAMMED e SANA DORGHMOUNI
Esattamente un anno fa abbiamo ospitato in libreria l'edizione bolognese dell'evento "Free Ashraf Fayad", una mobiliazione internazionale a sostegno del poeta e artista palestinese condannato a morte in Arabia Saudita.
Dopo la mobilitazione internazionale la pena capitale era stata commutata in 8 anni di carcere e 800 frustate. Ma ora il poeta rischia di essere ricondannato.
Ashraf Fayadh ha 36 anni ed è nato in Arabia Saudita da genitori palestinesi. Nonostante la giovane età, è già un poeta e scrittore affermato nel suo paese di origine, nonché un artista e un curatore d'arte. Fa parte del collettivo di artisti Edge of Arabia e la sua bravura lo ha condotto a curare la mostra Rhizoma alla Biennale di Venezia nel 2013, facendosi portavoce dell'arte saudita all'estero.
Oggi Ashraf Fayad vive in una prigione saudita scontando una pena per apostasia - ripudio totale del proprio credo - diffusione dell'ateismo,per blasfemia contro Dio e il suo profeta, pur essendosi sempre proclamato di religione islamica.
La vicenda di Ashraf comincia nel 2013 quando un giovane saudita lo denuncia a seguito di una lite.
Rilasciato il giorno dopo viene nuovamente denunciato per aver promosso l'ateismo nel testo "Instructions within" (Le istruzione sono all'interno) che sarà poi al centro dei capi d'accusa mossi dal regime wahhabita.
Si tratta di un'antologia poetica pubblicata a Beirut nel 2008 che, secondo il tribunale di Abha, manca di rispetto al profeta Maometto e minaccia la moralità saudita.
All'interno delle sue poesie si trattano temi scomodi al mondo arabo, come quelli legati alla religione, al consumismo, alla società. Ashraf utilizza il linguaggio coranico modificandolo per esprimere delle metafore forti nei confronti della società.
"Le istruzioni sono all'interno" è finalmente ora disponibile in italiano, grazie alla traduzione dello scrittore iracheno Gassid Mohammed, e di Sana Darghmouni, entrambi docenti all'Università di Bologna.
La decisione di pubblicare l'intero testo in italiano muove anche dalla preoccupazione dei due docenti riguardo l'incolumità di Ashraf: "Dopo l'interesse internazionale scatenatosi agli inizi di quest'anno", spiega Gassid Mohamad, "le luci sulla vicenda si sono spente e sembra che questo buio stia favorendo l'intenzione del governo saudita di ripristinare la pena di morte per Ashraf".
Habib Fayad, il fratello di Ashraf, continua ad inviare testi inediti al professor Gassid, il quale si occupa quotidianamente di tradurli e di promuoverli per far sì che si torni a parlare di questo caso e per "diffondere il diritto alla libertà di espressione per tutti gli scrittori e i poeti arabi che subiscono censura".
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