VENERDI' 21 MAGGIO ore 18,00
"
LA MATEMATICA NON SERVE A NULLA. Provocazioni e risposte per capire di più" (Editrice Compositori)
di
GIORGIO BOLONDI, BRUNO D'AMORE.
Parlano del libro
Lorenzo Donatiello, Preside della Facoltà di Scienze,
Mirko Degli Esposti, Direttore del Dipartimento di Matematica,
Massimo Ferri, ordinario di Matematica dell’Università di Bologna.
Saranno presenti gli autori e l’Editore, Francesco Ponzellini.
Venerdì pomeriggio un incontro per presentare un volume di recentissima pubblicazione, scritto da due grandi esperti di didattica della matematica,
Giorgio Bolondi e Bruno D'Amore.
La matematica lascia il segno in chi la studia, in positivo o in negativo; c'è chi ne resta affascinato subendone il sublime e sottile incanto, c'è chi la rigetta o la odia, spesso solo per non averla potuta penetrare in profondità. Nessuno resta indifferente. E così, anche i grandi personaggi che meno hanno a che vedere con essa esprimono pareri, lusinghieri o di rigetto.
Gli autori hanno scelto alcune frasi e le hanno commentate in base all'ambito storico in cui sono state espresse e alla loro attualità, allo scopo di avviare un dialogo con i lettori che superi i luoghi comuni e apra più vasti orizzonti sulla matematica, affascinante disciplina che è umanesimo, logica e poesia, ma anche musica e arte.
In un consesso di tutto rispetto, gli autori si confronteranno per un'opera che vuole essere di grande rigore scientifico ma di facile approccio, per dare una seconda chance a chi pensa ancora che la matematica abiti su un altro pianeta.
GIORGIO BOLONDI è professore ordinario di geometria presso l'Università di Bologna.
Si occupa da anni dei problemi legati alla trasmissione del sapere matematico, tramite storia e didattica. Per questo fa parte di numerosi centri di ricerca per la didattica, tra cui l'istituto Nazionale per la Valutazione (INVALSI)
BRUNO D'AMOREè laureato in Matematica, in Filosofia ed in Pedagogia. Attualmente è professore ordinario di Didattica della Matematica, membro del Comitato Scientifico di molte e importanti riviste di Didattica della Matematica, ed è il fondatore e responsabile scientifico del Nucleo di Ricerca in Didattica della Matematica di Bologna. Ha pubblicato varie decine di libri e circa settecento articoli in riviste di molti Paesi del mondo, in varie lingue, grazie ai quali ha avuto numerosi riconoscimenti per la sua attività nell'ambito della didattica.
Per entrare nel clima, una poesia di
Hans Magnus Enzensberger:
Omaggio a GodelIl teorema di Monchhausen
(cavalli, palude e codino)
è delizioso, ma non dimenticare:
Monchhausen era un bugiardo.
Il teorema di Godel sembra a prima vista
Piuttosto insignificante, ma ricorda:
Godel ha ragione.
"In ogni sistema abbastanza complesso
si possono formulare proposizioni
che all'interno del sistema stesso
non si possono nè provare nè refutare,
a meno che il sistema
non sia di per sè incoerente".
Si puù descrivere il linguaggio
nel linguaggio stesso:
in parte, ma non completamente.
Puoi analizzare il tuo cervello
col tuo stesso cervello:
ma non del tutto.
E così via.
Per giustificare se stesso
ogni possibile sistema
deve trascendersi
E quindi distruggersi.
Essere "sufficientemente" ricco o no:
la coerenza è
o un difetto
o una contraddizione.
(Certezza = Contraddizione)
Ogni possibile cavaliere,
come Monchhausen
o te stesso, è un sottosistema
di una palude sufficientemente ricca.
E un sottosistema di questo sottosistema
è il proprio codino,
questa specie di leva
per riformisti e bugiardi.
In ogni sistema sufficientemente ricco,
Quindi anche nella nostra palude
si possono formulare proposizioni
che all'interno del sistema stesso
non si possono nè provare nè refutare.
Prendile in mano queste proposizioni
E tira!
Ma anche, per lasciarci con lievità, con i numeri inventati del maestro
Gianni Rodari:
- Inventiamo dei numeri?
- Inventiamoli, comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei.
- troppo poco. Senti questi: uno strabilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un meraviglione.
- Io allora inventerò una tabellina:
tre per uno Trento e Belluno
tre per due bistecca di bue
tre per tre latte e caffè
tre per quattro cioccolato
tre per cinque malelingue
tre per sei patrizi e plebei
tre per sette torta a fette
tre per otto piselli e risotto
tre per nove scarpe nuove
tre per dieci pasta e ceci.
- Quanto costa questa pasta?
- Due tirate d'orecchi
- Quanto c'è da qui a Milano?
- Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini.
- Quanto pesa una lacrima?
- Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.
- Quanto è lunga questa favola?
- Troppo.
- Allora inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io, alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quara quarinci, miri miminci, un fan dès.
- E io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi trenzi, quale qualinzi, mele melinzi, riffe raffe e dieci.



