Prossimamente alla Libreria Ubik Irnerio

Ecco gli incontri della settimana in libreria.
Oltre allo spendido giallo di Romano de Marco, "L'uomo di casa", di cui già abbiamo mandato notizia, altri tre incontri da non perdere, nella loro specificità.

- mercoledì 15 alle 18,00
LUCA OCCHI presenta il thriller "IL CAINITA"
(edizioni Damster - collana Comma21) interviene FABIO MUNDADORI
letture a cura di DEBORA POMETTI, con accompagnamento musicale di ROMANO ROMANI

- venerdì 17 alle 18,00
ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN presenta "MADDALENA HA GLI OCCHI VIOLA"
(edizioni Comunicarte) interviene lo scrittore CHRISTOPHE PALOMAR
Letture a cura di  Rosanna Turcinovich Giuricin, Christophe Palomar e Silvia Cuttin

- sabato 18 alle 17,00
AGNESE PORTINCASA presenta "SCRIVERE DI GUSTO.
Una storia della cucina italiana attraverso i ricettari 1776-1943" (Pendragon edizioni)
Interviene EMANUELA GARIMBERTI

Partiamo con l'incontro di mercoledì:
prosegue la nostra collaborazione con l'editore Damster e con la collana di gialli #21 curata da Fabio Mundadori, di cui"Il Cainita" rappresenta l'uscita più recente.
Chi sceglie le proprie vittime solo fra persone perbene? Perché qualcuno dovrebbe voler uccidere la ragazzina più buona d'Italia? È solo l'opera di un sanguinario assassino seriale o dietro c'è qualcosa di più? A rispondere sarà il commissario Rinaldi che, messe da parte le aspirazioni a una carriera tranquilla, dovrà affrontare qualcosa che viene dal passato, un'intricata indagine che si trasformerà in una questione personale giocata sul filo della follia.

LUCA OCCHI
vive a Imola, ed è tra i fondatori di Officine Wort (www.officinewort.it).
 Lettore onnivoro, ama smodatamente Stephen King e Jorge Luis Borges. Il secondo gli appare spesso in sogno, dove, seduti al Cafè la Perla de Caminito e davanti una bottiglia di Quarà, il Cabernet Sauvignon patagonico dal carattere scontroso, lo esorta bonariamente ad applicarsi nel cercare di scrivere sempre meglio. Una ventina di suoi racconti sono stati pubblicati in svariate antologie. Il Cainita è il suo primo romanzo.

Venerdì ci accostiamo, in punta di piedi, ad uno dei tanti racconti devastanti di chi fu deportato dalla follia nazista, raccolto in presa diretta dall'autrice.

"Invece incontrai mio padre, per due volte.
Avvenne due mesi più tardi, era già successo tutto, ci avevano portato via ogni avere, tagliati i capelli. Ero a Birkenau, uno dei tre campi che facevano parte di Auschwitz. Eravamo comunque separati dalla rete dell'alta tensione e dalla linea di demarcazione controllata a vista da soldati armati. Non sarebbe stato facile ma calcolando bene le nostre mosse, saremmo riusciti a guardarci per pochi minuti. Così avvenne, mi riconobbe e vidi le lacrime nei suoi occhi, mi fece segno di tacere e di ascoltarlo: "Miri, i Tedeschi non ti possono fare nulla se continui a ricordare chi sei e a che mondo appartieni. Tu sei sempre la mia ragazzina di Trieste, non dimenticarlo, non scordare la nostra sinagoga, le passeggiate sulle Rive"

"Un'unica vendetta, la verità": anche questa è una motivazione, giusta, possibile, per raccontare. E Miriam Grünglas - Maddalena dagli occhi viola - ha una lunga vita, ricca di esperienze, così drammatiche, come felici, di cui vuole dare testimonianza.
Rosanna Turcinovich Giuricin, ha raccolto "il suo racconto incredibilmente preciso e lucido", e si fa interprete della narrazione di Miriam, la rende ancor più straordinaria e affascinante, muovendo ad incastro i tasselli della storia fortunata dell'amica ebrea, costruendo un intreccio di accadimenti che rapiscono il lettore, lo coinvolgono, lo spingono, curioso, ad inoltrarsi nelle vicende, a leggere tutto d'un fiato la lunga intervista.
Dunque, se la protagonista è Miriam, l'autrice diviene la sua mediatrice, che con abilità, ci fa condividere le emozioni, l'ansia, la paura, l'angoscia, l'annichilimento, ma anche gli sguardi sereni su luoghi, paesaggi, interni, che hanno visto muoversi e dipanarsi il filo rosso della vita non solo di Miriam, ma della sua famiglia d'origine, di un'intera Comunità.

ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN,

giornalista, nata a Rovigno d'Istria, si è formata al quotidiano «La Voce del Popolo» di Fiume prima come responsabile delle pagine culturali e poi come corrispondente da Trieste.
Ha collaborato con numerose testate giornalistiche e televisive realizzando anche una serie di documentari storici e biografici su personaggi e vicende dell'Adriatico orientale.

Sabato un incontro che non può essere ignorato da chi si interessa di storia e di cucina.

"La cucina italiana è avvolta nella nebbia, con squarci di sole quando si guarda lontano e lontanissimo, al Rinascimento e al Medioevo, o viceversa a un presente in cui la pasta e la pizza sono su qualunque insegna luminosa, nel mondo intero. Questa nebbia è tanto più fitta, dal Sette al Novecento, perché il banchetto dei principi e dei papi è finito, anzi lentamente scivolato prima in tavole infranciosate, quindi in cene a invito dignitosamente provinciali, e infine in una cucina borghese di casa che è divenuta a sua volta, solo ieri, modello e fonte di ispirazione degli chef".
(Dalla Presentazione di Alberto Capatti).
Questo libro delinea un quadro storico dell'evoluzione della cucina italiana negli ultimi due secoli utilizzando una selezione di ricettari pubblicati in Italia dalla fine del Settecento fino agli anni della seconda guerra mondiale. La messa a fuoco del punto di osservazione definisce il contesto e contribuisce a far emergere particolari rilevanze che distinguono specificità di temi e cronologie. È una ricostruzione in cui la stereotipizzazione dell'oggetto al centro dell'analisi è insieme dato pregnante e rilievo sfuggente, inserito com'è nelle dinamiche di una società fluida e globalizzata in cui tutto ciò che ha preso forma nella genesi e affermazione dello stato-nazione - cucine nazionali comprese - va lentamente mutando.

AGNESE PORTINCASA
è nata a Roma, vive a Bologna e lavora all'Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Parri Emilia-Romagna. Dottore di ricerca presso il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell'Università di Bologna, si occupa di storia e cultura dell'alimentazione in età contemporanea e di didattica della storia, temi sui quali ha pubblicato saggi su riviste e in volume. Ricercatrice associata di FoodLab e socia della Società Italiana delle Storiche, ha tenuto incarichi di docenza presso le Università di Bologna e di Parma e all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.

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